Un innovativo progetto di sensibilizzazione sui cambiamenti climatici ha portato l’Università degli Studi di Milano a organizzare una serie di seminari sull’argomento, che sono in seguito stati reinterpretati e trasformati in testi teatrali, con la collaborazione di studenti e cittadini. Ne è nato quindi uno spettacolo teatrale che dopo essere andato in scena con successo all’Orto Botanico di Brera e nell’Aula Magna dell’Università è stato invitato a partecipare a progetti e festival in altre città. Tutto il materiale del progetto e la registrazione dello spettacolo sono disponibili gratuitamente online sul sito di University Press.
Questa storia inizia con la visita di Margaret Rose, docente di Storia del teatro inglese alla Statale di Milano, al Fringe Festival di Edimburgo nel 2019. Qui Rose nota quanti spettacoli teatrali sono dedicati al cambiamento climatico. Da questa esperienza nasce l’idea che il teatro può essere un veicolo efficace per sensibilizzare le persone in merito all’emergenza climatica e invitarle a prendere posizione.
È così che Rose, insieme a Stefano Bocchi, docente del Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali all’Università degli Studi di Milano, coinvolto in veste di responsabile scientifico, elabora un progetto che prevede una serie di seminari tenuti da scienziati e specialisti di discipline umanistiche dell’Ateneo, oltre a esperti e attivisti del cambiamento climatico, tra cui alcuni di fama internazionale.
Ma non finisce qui. Anzi. A partire dai seminari, viene successivamente prodotto un ciclo di testi teatrali dedicati al cambiamento climatico, realizzati quindi nell’ambito di un laboratorio teatrale: i partecipanti, cittadini e studenti universitari rielaborano i contenuti utilizzandoli per creare brevi testi, per la maggior parte ispirati a La tempesta di Shakespeare. I testi sono stati poi messi in scena, alcuni interpretati dai loro stessi autori e altri da attori professionisti, presso l’Orto Botanico di Brera e l’Aula Magna dell’Ateneo.
È stato in seguito realizzato un filmato della messinscena, che è possibile vedere sul sito di University Press, insieme ai materiali dell’intero progetto: un volume con introduzione al progetto, i testi teatrali, in italiano e inglese, l’archivio dei seminari e la registrazione delle performance.
Come racconta Margaret Rose nella prefazione del volume, al Fringe Festival di Edimburgo fu colpita dell’energia e urgenza nel far arrivare il loro messaggio al pubblico delle giovani compagnie teatrali che si esibivano, mettendo in luce aspetti diversi del dibattito intorno al cambiamento climatico e esortando il pubblico a prendere posizione. La realizzazione degli spettacoli era estremamente sobria: spesso la scenografia era assente, la luce era naturale e i pochi oggetti scenici e costumi presenti erano prevalentemente riciclati da materiali naturali.
L’accoglienza molto positiva di questi spettacoli da parte del pubblico suggerì a Rose che il teatro dal vivo può svolgere un ruolo di primo piano nella sensibilizzazione sulle tematiche legate al cambiamento climatico. Ha infatti un potere unico: data l’immediatezza tipica dell’azione teatrale nel “qui e ora”, riesce a coinvolgere gli spettatori sia sul piano intellettuale sia sul piano emotivo e può offrire loro una vera e propria esperienza immersiva.
In accordo con Marina Carini, in quel periodo Prorettrice alla Terza Missione, e Stefano Bocchi, decise quindi di organizzare un ciclo di seminari e un laboratorio teatrale. Fu così che nacque Play Your Part. Climate Change Theatre.
Play Your Part è stato strutturato in cinque fasi.
La Fase Uno si è aperta con un ciclo di seminari online di taglio interdisciplinare, tenuti dai migliori scienziati, accademici di area umanistica, scrittori e professionisti del teatro provenienti da Italia, India, Canada, Stati Uniti d’America e Regno Unito. Organizzati a cadenza settimanale, i seminari riguardavano vari aspetti dell’emergenza climatica, ed erano rivolti sia a cittadini sia a studenti universitari e della scuola secondaria.
La Fase Due ha visto un gruppo ristretto di cittadini coinvolti nel progetto e studenti dell’Università impegnarsi nella stesura di brevi testi, attingendo al contenuto dei seminari. Alcuni di questi testi riguardano direttamente la nostra quotidianità: il modo in cui ci vestiamo e l’etica alla base delle nostre scelte di abbigliamento (vedi la commedia Thrifting. Dress the Change); la qualità e la quantità del cibo che consumiamo e le ripercussioni delle nostre scelte alimentari sul Pianeta (vedi Caliban’s Apples); il dilemma fra urbanizzazione e salvaguardia delle campagne (vedi Diciotto passi). Sycorax è invece una forte denuncia, a tratti amara, dei terribili sbagli da noi commessi ai danni della Terra. Questi ultimi quattro testi sono ispirati a La tempesta di Shakespeare. È come se la conoscenza del mondo naturale di Shakespeare, così come le sue opere, ambientate in giardini, boschi e altri ambienti esterni e dove i riferimenti alla natura non mancano, fossero in grado di parlare agli autori in merito alla crisi attuale e ispirarli. I testi sono scritti sia in italiano sia in inglese.
Nella Fase Tre gli autori dei testi sono stati ospitati nell’Orto Botanico di Brera per prendere parte a un laboratorio teatrale. Qui hanno avuto modo di dar corpo alle proprie idee grazie a un’équipe di professionisti: il regista Marco Ghelardi, il drammaturgo Sal Cabras, la costumista Susan Marshall, gli attori Maxence Dinant, Giulia Sarah Gibbon e Irene Panni, il musicista e compositore Oliver Gibbon e la truccatrice Ana Jeric. Lo spettacolo è stato rappresentato per la prima volta all’Orto Botanico di Brera. In seguito sono state effettuate le riprese.
Nella Fase Quattro Play Your Part è stato messo in scena presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Milano.
Gli spettacoli prevedono un’interazione ravvicinata fra attore e spettatori: gli attori mirano a coinvolgere gli spettatori rompendo la quarta parete e rivolgendo loro domande, talvolta persuadendoli e stuzzicandoli.
Per la Fase Cinque l’Università degli Studi di Milano ha predisposto il kit didattico Play Your Part, comprendente il volume e le registrazioni messi a disposizione di tutti. Il kit è l’ideale per chiunque desideri calare i temi dell’emergenza climatica nell’espressione artistica, in particolare i docenti della scuola secondaria. I contenuti del kit possono essere facilmente scomposti e ricomposti a seconda delle esigenze degli studenti: si possono leggere o mettere in scena uno o più spettacoli, guardare la registrazione o assistere a un seminario.
Dopo le prime performance presso l’Aula Magna e l’Orto Botanico per un pubblico eterogeneo, uno dei testi, L’arca, di Francesca Marmonti, è stato invitato a far parte di un progetto Erasmus dell’ITET di Palermo, e cinque dei testi sono stati presentati a Torino nell’ambito del Festival di Mulino ad Arte.
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