Sacchetto di terra
18.30

DIECI per 100: cento anni di ricerca UNIMI


Dieci oggetti “narranti” per raccontare i primi cento anni dell’Università degli Studi di Milano. Questo è il senso del progetto “DIECI per 100: cento anni di ricerca UNIMI raccontati da dieci oggetti-simbolo” che è stato inaugurato in settembre nell’Aula Magna di Via Festa del Perdono 7 a Milano, e che prosegue con il sesto appuntamento.

OGGETTO 6: SACCHETTO DI TERRA DI MIGRANTE

In questo incontro, il tema dell’umanità è chiuso dentro un piccolo sacchetto di terra, ritrovato tra i resti del tragico naufragio del 2015 e facente parte dei reperti studiati dal LabAnOF, Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense di UNIMI, diretto da Cristina Cattaneo.

“Era come se qualcuno avesse messo dieci scheletri in un sacco, lo avesse scosso ben bene e poi rovesciato sul ponte. Si chiamano “resti commisti”: l’incubo di ogni antropologo”. Un mucchio di corpi più o meno conservati e di resti scheletrici ammassati alla rinfusa. E insieme ad essi, oggetti, tessuti, frammenti di cose appartenute a quelle persone morte.  

Il 18 aprile 2015 un barcone proveniente dalla Libia naufragava nel Canale di Sicilia. Quasi mille migranti, ammassati come bestie sul ponte, nella stiva, e perfino nel vano motore, trovarono la morte nelle acque del mare. Molti dei loro corpi rimasero per quasi un anno a 300 metri di profondità. Quando finalmente furono recuperati, l’impresa di dare loro un nome pareva insormontabile: non solo dal punto di vista scientifico, ma anche per i costi enormi e le difficoltà burocratiche, politiche e diplomatiche che coinvolgevano diversi paesi dentro e fuori l’Europa, nessuno dei quali voleva farsi carico di questa impresa. 

A volte bisogna fare non ciò che è conveniente, ma ciò che è giusto: ridare un’identità a quegli uomini, a quelle donne, a quei bambini. Restituire i corpi e gli effetti personali, per quanto possibile, alle famiglie e ai paesi d’origine; permettere alle vedove di piangere i loro figli e mariti, e di continuare a vivere.  

Scienza e conoscenza non possono esistere senza umanità. L’umanità non può esistere senza diritti che tutelino tutti ma soprattutto i più fragili, i più bisognosi. Dare un senso al dolore, capirne l’origine e progettare dei modi per alleviarlo, a livello individuale e sociale è una delle grandi sfide a cui la società, e quindi anche l’università, deve saper rispondere.  

A parlare di migrazioni e di diritti umani ci saranno Danilo De Angelis, docente di medicina legale, LabAnOF; Marilisa D’Amico, docente di diritto pubblico e prorettrice delegata a Legalità, Trasparenza e Parità di Diritti; Paolo Inghilleri, docente di psicologia sociale. Ospite: Milena Santerini, Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali dell’Università Cattolica di Milano e comunità di Sant’Egidio. 

L’incontro sarà preceduto da una lettura teatrale con testo di Eleonora Simula, studentessa di Lettere moderne, letto da Tiziana Moncada. In chiusura, intervento musicale con Silvia Zaru.



Iscrizione all’evento


Locandina dell’evento (PDF)

Per maggiori informazioni e richiesta di materiali relativi: centenario@unimi.it


Video Teaser dell’oggetto

Video Teaser dell’iniziativa